AI Act: il nuovo regolamento europeo per la gestione etica dell'AI.
L'intelligenza artificiale ha attirato molta attenzione di recente, soprattutto a causa della vasta diffusione di sistemi dedicati sia alla generazione di testi che alla creazione di immagini.
Questi modelli sono addestrati su enormi quantità di dati e possiedono la capacità di generare autonomamente contenuti originali ed estremamente realistici. Tuttavia, ciò solleva alcune preoccupazioni riguardanti la protezione dei dati personali, la diffusione di disinformazione e le implicazioni sul diritto d'autore. Potenzialmente, tali rischi devono essere attentamente considerati e gestiti per garantire un utilizzo responsabile e sicuro dell'intelligenza artificiale.
Sviluppando AI-know, la nostra soluzione per la gestione dei modelli di ML abbiamo tenuto conto di tutto questo.
L’AI Act: una questione etica
Si è reso necessario affrontare le questioni etiche e legali correlate all’addestramento e all’uso degli stessi modelli di intelligenza artificiale che, da ultimo, ha portato all’introduzione di alcuni emendamenti ad hoc perché il regolamento norma l'uso dell'AI in generale ed era stato pensato prima che la Generative AI "andasse di moda.
- Adempiere agli obblighi di trasparenza. La norma richiama il concetto di trasparenza espresso dall’art. 52, par. 1, anche quest’ultimo oggetto di modifica nella nuova proposta e indirizzato, in generale, ai fornitori di sistemi di IA destinati a interagire con le persone fisiche.
- Tale obbligo anche in capo ai fornitori di sistemi di AI, comporta, ove opportuno e pertinente, di fornire delle informazioni specifiche su “quali funzioni sono consentite dall’IA, se vi è una sorveglianza umana e chi è responsabile del processo decisionale, nonché i diritti e i processi esistenti che consentono alle persone fisiche o ai loro rappresentanti di opporsi all’applicazione di tali sistemi e di presentare ricorso per via giudiziaria contro le decisioni adottate dai sistemi di IA o i danni da essi causati, compreso il loro diritto di chiedere una spiegazione" (art.52).
- Formare, progettare, sviluppare il modello di base per assicurare opportune garanzie contro la generazione di contenuti che violano il diritto dell’Unione, in linea con lo stato dell’arte generalmente riconosciuto e fatti salvi i diritti fondamentali, compresa la libertà di espressione.
- Documentare e mettere a disposizione del pubblico una sintesi sufficientemente dettagliata dell’uso dei dati sulla formazione protetti da copyright, fermo restante il rispetto delle disposizioni europee sul diritto di autore.
La nuova proposta ha lo scopo di introdurre regole ad hoc per l’AI generativa in cui rientra ChatGPT anche in linea con le pronunce da ultimo emesse dalle autorità e volte a tutelare i diritti e le libertà degli interessati nonché proteggere i valori e i diritti fondamentali dell’UE con particolare attenzione ai consumatori, la protezione dei dati personali e il rischio di discriminazione senza scoraggiare l’innovazione e il progresso tecnologico.
Una panoramica internazionale sull'AI Act.
Il 21 giugno 2023, a Tokyo, si è svolto un incontro tra le autorità per la protezione dei dati del G7 per discutere dell'Intelligenza Artificiale generativa (AI generativa). Durante l'incontro, le Autorità hanno emesso una dichiarazione riguardante l'uso di queste tecnologie in relazione ai dati personali.
Alcuni aspetti importanti presi in considerazione dalle Autorità includono:
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Trattamento dei dati personali dei minori nell'addestramento dei modelli di AI generativa e nelle interazioni dei minori con questi strumenti.
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Adozione di misure atte a garantire che le informazioni generate dagli strumenti di AI generativa siano accurate, complete e aggiornate, evitando effetti discriminatori.
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Importanza della trasparenza nei sistemi di AI, affinché gli utenti siano consapevoli del funzionamento e delle implicazioni del sistema.
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Adozione di misure per garantire che gli interessati possano esercitare i propri diritti riguardanti i propri dati personali.
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Rispetto del principio di minimizzazione, cioè trattare solo i dati necessari per il fine specifico, evitando l'eccessivo accumulo di dati.
I punti sopra indicati richiamano gli obblighi precedentemente evidenziati dal Garante per la protezione dei dati personali nel provvedimento datato 11 aprile 2023 nei confronti di ChatGPT.
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